La cattedrale di Acerno, costruita in epoca tardo-rinascimentale (la prima pietra fu posta nel 1575), presenta le caratteristiche essenziali delle Chiese cristiane: pilastri al posto delle colonne, croce latina, navata centrale altissima e cupola che corona l’ampio transetto; il tutto in uno stile sobrio e austero. Durante il Settecento poi è stata arricchita di stucchi, affreschi e di un maestoso altare barocco, che il vandalismo del dopo terremoto del 1980 ha gravemente danneggiato. Il restauro è stato lungo, tormentato e ancora oggi si attende il definitivo completamento.
Si sentiva il bisogno di costruire un edificio grandioso, ricco di storia e di simboli affinché rappresentasse la casa di tutti, simbolo della fede e della dignità civile e sociale. Proprio questo si è voluto rappresentare sulle porte di bronzo inaugurate il 6 agosto 2005, vigilia della solennità di San Donato, Patrono della Città e Compatrono dell’Arcidiocesi di Salerno – Campagna – Acerno.
Sulla maestosa porta centrale (5,56 x 2,60 m) è rappresentato San Donato Vescovo di Arezzo e martire del IV secolo, che annuncia le verità che sono via al Cielo, circondato da una grande folla attenta, pensosa, speranzosa e serena. Il popolo è sormontato dall’Accellica perché lungo i pendii di questa montagna, attraverso un iter publicum che univa il Tirreno (via Popilia) con l’Adriatico (via Appia) giunse il messaggio cristiano secondo il quale Acerno ebbe non solo la fede, ma anche la dignità di urbs e un posto nella storia. Sul terzo livello (in alto) è rappresentata la Vergine, sotto il titolo di Madonna delle Grazie, che veglia da sempre su Acerno dall’alto del suo Santuario sulla collina di Cerrito, che gli Acernesi le eressero fin dall’antichità. Due Arcangeli le fanno corona: S. Michele (quis ut Deus) che rappresenta la Fede e S. Raffaele (medicina Dei) che simboleggia la misericordia di Dio.
Le altre due porte laterali, più piccole (3 x 1,80 m), completano il panorama religioso e civile di Acerno.
Su quella in cornu evangeli (a sinistra entrando) il grande medaglione centrale rappresenta S. Leone Magno, il Pontefice che, secondo la tradizione, istituì la Diocesi di Acerno nel 444, mentre in alto sul medaglione più piccolo è impresso lo stemma dell’arcivescovo Mons. Gerardo Pierro.
Quella in cornu epistulae (a destra entrando) è dedicata alla società civile: il grande medaglione presenta un leggiadro volto femminile che volge lo sguardo verso un favo di miele su cui volteggia un’ape. La scritta completa il significato allegorico: sono versi di Mons. Paraclito Malvezzi, che fu Vescovo di Acerno per ben 27 anni (1460 – 1487) e quindi conosceva a fondo la sua Comunità. È una rappresentanza suggestiva dell’operosità degli Acernesi:
“Qualis apes ingeniosa – Sic ullus (acernensis) – Inutilis exit. – sic fervet opus”
(come l’ape operosa, così nessun acernese ritorna a casa a mani vuote dopo un’intensa giornata di lavoro).
In alto, sul medaglione più piccolo, è impresso lo stemma del Comune di Acerno.
Ultimo aggiornamento
5 Agosto 2024, 13:37